BlackBerry Passport: la videoprova

Uno schermo quadrato e un sistema operativo finalmente completo sono le armi nella baionetta della canadese. Pronta a colpire Apple, Google e Microsoft

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Diciamo la verità: se BlackBerry fosse fallita, abbandonando per sempre il mondo della telefonia mobile sarebbe dispiaciuto a tutti. Non serve essere attuali (o ex) clienti della vecchia RIM per riconoscere il ruolo fondamentale dell’azienda nel panorama dell’hi-tech mobile. Poco più di dieci anni fa proprio RIM dava uno scossone al mercato della telefonia lanciando i suoi smartphone con tastiera QWERTY e pseudo-QWERTY (con due lettere su un tasto), diventando un vero status symbol per un’intera generazione di lavoratori. Ma i tempi cambiano e con essi le mode e le necessità. Se Apple e Google hanno contribuito a sdoganare lo schermo full touch, RIM ha perfezionato il lavoro con una serie di dispositivi che fanno il doppio mestiere: tastiera e touch per il business che non deve chiedere mai (o quasi). Dopo anni di “se” e “ma”, e vari svarioni aziendali, finalmente BlackBerry (non più Research In Motion) è pronta per diventare la stabile quarta piazza nella giungla degli smartphone, cercando di farsi strada tra la miriade di offerte filo-orientali che ci ritroviamo dinanzi.

BlackBerry Passport: la videoprova

Un vero passaporto

Questo Passport è di per sé un prodotto unico. Se non si è abbastanza vaccinati nel mondo tecnologico potrebbe anche essere scambiato per un classico specchietto da trucco, di quelli che invadono le borsette delle donne. I più smaliziati invece ci metteranno poco a pigiare i (pochi) pulsanti per accenderlo e capire che finalmente BlackBerry ha capito come  si fa. Punto primo: un sistema operativo degno di essere chiamato tale. Adesso è possibile svolgere qualsiasi funzione semplicemente toccando, strisciando, chiudendo e aprendo le dita sul display. La più grande pecca degli ultimi modelli è stata risolta. Avanti così. Poi l’arrivo dell’Amazon App Store che estende parecchio le potenzialità limitate del BlackBerry World (che diventerà repository solo per app B2B). Non c’è che dire: è bastato un solo smartphone a far guadagnare punti alla presunta defunta azienda del Nord America.

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Come è fatto

Sotto la scocca c’è quanto di meglio poter chiedere oggi. Un processore quad-core a 2.2. GHz Qualcomm Snapdragon 800, 3 GB di Ram, 32 GB di memoria di archiviazione interna e supporto a microSD fino a 128 GB. Lo schermo è un 4.5 pollici IPS LCD e la scheda grafica una Adreno 330. Inutile dire che ha tutto quello che uno smartphone di oggi propone: Wi-Fi, GPS, Bluetooth, LTE e presa microUSB. Rispetto al comparto multimediale c’è una fotocamera da 13 megapixel, con flash LED e stabilizzatore, una frontale da 2 megapixel, ripresa video a 1080p e anche la radio FM.

Conclusioni

Il prezzo è da top: 699 euro al lancio, con probabili prezzi inferiori sul web. E’ stato lanciato solo da qualche giorno per cui nei negozi quelle poche unità potrebbero già essere andate esaurite. Niente paura, per Natale dovrebbero arrivarne degli altri. Del resto BlackBerry ha tutto l’interesse a vendere e anche un obiettivo non dichiarato: far si che la canadese non venga più ricordata solo come tenda da campeggio, ma anche come un’azienda che nel 2014 (meglio tardi che mai) ha preso per la coda il proprio destino, shakerandolo e offrendo un succo di more per chi ha fatto indigestione di mele, cioccolatini e caramelle.