Robin, il telefono che vive sul cloud è un successo (su Kickstarter)

La startup Nexbit ha raggiunto il doppio dei fondi richiesti sulla piattaforma di crowdfunding per la realizzazione del dispositivo che vive sulla nuvola

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Si chiama Robin e per realizzarli Nexbit aveva bisogno di 500 mila dollari. Li ha raggiunti in un solo giorno, arrivando a superare il doppio della cifra necessaria visto che ad oggi è oltre il milione di dollari. Una tale sorpresa da spingere i creatori a regalare un caricabatterie della serie “quick chargers” (la stessa tecnologia adottata da Samsung e supportata di default dallo Snapdragon 820) ad ogni acquirente dello smartphone. “La risposta che abbiamo ottenuto è indice di quello che le persone vogliono: un telefono che risolva problemi reali.”

Come è fatto

La compagnia, guidata da ex dipendenti di Google e HTC, produrrà un cellulare con schermo da 5.2 pollici Full-HD, una fotocamera principale da 13 Megapixel, sistema operativo Android, supporto all’NFC e all’USB di Tipo-C. Il processore è uno Snapdragon 808, 3 GB di RAM e batteria da 3000 mAh. La sua particolarità è l’utilizzo estremo del cloud, nelle vesti di una piattaforma proprietaria. Il telefono riconoscerà quali contenuti ed applicazioni l’utente usa di meno per trasferirle direttamente sulla nuvola, risparmiando così spazio di storage interno. Nel momento in cui si decide di aprire un’applicazione non presente fisicamente sullo smartphone, Robin la scarica e la rende disponibile per un certo periodo di tempo in locale. L’idea è vincente ma ci sarà da capire cosa ne sarà dei GB a disposizione degli utenti, soprattutto in paesi (come l’Italia) in cui il costo di connessione mobile non è per nulla irrisorio.

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