Effetto Trump su Apple: l’iPhone 8 verrà prodotto negli USA?

Il nuovo presidente aveva promesso un abbassamento delle tasse tale da far pensare a un rientro dei capitali per le aziende hi-tech

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L’elezione di Donald Trump riguarda un po’ tutti, anche chi con la politica non ha un buon rapporto. Pensiamo ad esempio ad Apple, che nel corso dell’anno ha dovuto contrapporre più di una volta le sue strategie in difesa dei consumatori alle pretese di violazione della privacy dell’FBI. Eppure, se dal Cremlino gioiscono per l’arrivo a Washington di un quasi alleato, altrettanto potrebbero fare le multinazionali statunitensi, soprattutto quelle che da anni esternalizzano la loro produzione al di là dei confini. Attualmente, negli Stati Uniti è del 35% l’aliquota massima dovuta dalle industrie americane, con Trump che ha promesso di portarla al 15%, consentendo così ai soggetti di ottenere maggiori profitti, anche abbassando i prezzi.

Parliamo di qualsiasi tipologia di business ma è chiaro che le aziende hi-tech siano quelle più interessate a una simile novità. Tutto sarà possibile facendo rientrare i capitali e ammortizzando la cosiddetta “tassa di rimpatrio” (del 10%), prevista per le aziende USA che recepiscono redditi all’estero. In altre parole: Apple continuerà ovviamente a vendere i suoi dispositivi in Europa, Asia e in qualsivoglia altra parte del mondo, destinando le tasse previste dal nuovo governo, ma guadagnando di più sulle vendite, ovvero pagando una somma minore in aliquota.

Cosa accadrà

La volontà del tycoon è anche un’altra: riportare in patria chi si rivolge alla manodopera estera per i suoi artefatti. Vedremo dunque un iPhone 8 totalmente “made in USA”? Impossibile, almeno secondo il MIT. Il centro di ricerca aveva infatti prodotto un documento che dimostra come sia finanziariamente difficile intraprendere una strada del genere, a causa dei costi di realizzazione più elevati che in Cina. Ma la strategia di Trump non cambia: “Costringerò Apple ad abbandonare la Cina e produrre i suoi dannati computer e l’altra roba qui” – aveva detto, con la proposta di imporre tariffe contro device costruiti in Cina e Messico. Apple non può di certo ridere ma non si può dire che non vi sia un forte cambiamento dietro l’angolo.

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