Fratture, il gesso del futuro è un esoscheletro in 3D

Fratture, il gesso del futuro è un esoscheletro in 3D

Stampata in plastica ABS arriva la protesi che potrà sostituire il tradizionale gesso 

Sembra che i gessi utilizzati da sempre per curare le fratture ossee siano destinati a cadere presto in disuso: al Santobono di Napoli è in in fase di sperimentazione un nuovo tipo di protesi, colorata e in 3D, esoscheletro in plastica ABS, che verrà prodotta in maniera personalizzata per ogni singolo paziente attraverso una stampante 3D.

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Leggero ed ergonomico

Si tratta di una protesi più rigida del comune gesso, che si può immergere completamente in acqua, leggera e poco ingombrante. Inoltre è aperta e risulta essere anche più idonea dal punto di vista igienico e dell’adattamento all’uso sui bambini.

“Fin dal momento dell’avvio della ricerca – dice Fabrizio Clemente, primo ricercatore dell’Ibb – il team si è reso conto di trovarsi di fronte ad uno studio multidisciplinare che presentava non banali ostacoli progettuali e tecnologici Cnr e responsabile scientifico delle attività. L’obiettivo è ambizioso, se la sperimentazione ci darà i risultati sperati nei reparti ortopedici pediatrici italiani oltre alla sala gessi potremmo avere dei laboratori per la stampa 3d degli esoscheletri”.

Una protesi più adatta ai bambini

“Ulteriori difficoltà sono derivate dalla necessità di dover seguire un percorso coerente con le regole della sperimentazione clinica di dispositivi medici”. Poi ha proseguito: “Per realizzare questo progetto si è attivato un virtuoso modello di collaborazione tra istitutizioni e cioè il CNR, la Fondazione Santobono Pausilipon, Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon e la Banca D’Italia”.

“L’ospedale Santobono tratta ogni anno circa 16.000 pazienti con traumi che richiedono un intervento ortopedico. – dice Anna Maria Minicucci, Direttore Generale dell’Aor Santobono Pausilipon – E’ evidente, quindi quale impatto positivo possa avere l’utilizzo di questa tecnologia sulla qualità della vita dei nostri piccoli pazienti”.

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Il team di ricerca, guidato da Pasquale Guida, direttore del reparto di Ortopedia del Santobono, e coordinato per la parte clinica da Antonio Casaburi, sta monitorando l’applicazione dell’esoscheletro sui primi tre pazienti, attirando l’attenzione di altri ospedali pediatrici italiani che vorranno spermintarlo presso le loro strutture.