L’extralarge della cinese si fa professionale con 6 GB di RAM e uno schermo in alta definizione. Ma costa un botto
Una volta esistevano gli smartphone per i consumatori e quelli per i professionisti. Sappiamo come il BYOD abbia sconvolto le regole del gioco ma è l’incremento della tecnologia ad aver fatto incontrare i due mondi su una stessa strada. Oggi non si può più parlare di una vera divisione tra i due mercati, tanto che dispositivi normalmente di stampo consumer hanno preso piede anche in ufficio, con i dovuti adattamenti software. Anche le policy aziendali hanno imparato ad accettare il nuovo che avanza, sposando l’hi-tech con le dovute restrizioni. Parte del merito va all’evoluzione di Android, passato in pochi anni da sistema operativo per smanettoni a piattaforma affidabile anche per il business. Lo ha dimostrato BlackBerry, device pro per definizione, che ha abbandonato il suo OS per abbracciare quello di Google e tanti asset che proprio in Android hanno trovato il compagno ideale per una migliore produttività (pensiamo alle stampanti connesse).
La via cinese
Lo sa bene Huawei, altra azienda che ha bruciato le tappe nel panorama mobile, che al professionista ha dedicato la gamma di smartphone Mate. Quello annunciato qualche giorno fa è un telefonino che ancora di più spinge verso la multimedialità, con un occhio di riguardo al mondo del lavoro e all’integrazione di strumenti digitali tra scrivanie e smart working. Il Mate 9 Pro è la sintesi perfetta del concetto BYOD: un device bello da vedere con uno schermo di alta qualità, tanta potenza e un parco applicativo ormai comparabile a quello di un PC. Spicca la batteria da 4.000 mAh ma anche la doppia fotocamera Leica e il lettore di impronte digitali, che abilita l’autenticazione biometrica per l’accesso al terminale ma anche ad alcune app, come ai file personali. Il prezzo è però fuori mercato: 999 euro. Decisamente tanti.