Come la digital transformation cambia il professionista italiano

Wolters Kluwer Tax & Accounting lavora per ridare ai commercialisti e ai professionisti quel ruolo di consulenti d’impresa che avevano perso nel tempo. La svolta è Genya

La trasformazione digitale coinvolge ogni attività produttiva in modo sempre più intenso. Cambiano le modalità di comunicare, produrre, vendere e acquistare, persino di prestare servizi. Alcune aree produttive si sono mostrate più attive nell’abbracciare il cambiamento mentre altre meno, anche se la maggior parte del tessuto produttivo italiano è ben avviato verso l’acquisizione di quei requisiti digitali in grado di rendere il paese più moderno e allineato agli standard internazionali. Tra le professioni coinvolte nel processo di digital transformation c’è quella dei commercialisti e dei professionisti. Insieme a Pierfrancesco Angeleri, managing director di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, tra i primi fornitori di software, informazioni e servizi per il mondo dei professionisti che operano nell’area fiscale, del lavoro e piccola e media impresa, proviamo a fare il punto della situazione.

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LA STRADA DELLA DIGITALIZZAZIONE

Il professionista italiano ha intrapreso solo recentemente la strada della digitalizzazione. Come mai Secondo Angeleri, per un motivo essenziale: «Il suo core business è ancora, in buona parte, l’adempimento. Questo comporta una certa complicazione del sistema che ha la conseguenza di accentrare lo sforzo principalmente su quelle attività a bassa redditività. Spesso il commercialista non sa se su un cliente perde o guadagna e non conosce le tempistiche e le implicazioni di una gestione non aggiornata. Questo perché quel tipo di lavoro, così come è stato proposto fino ad oggi, è totalizzante: non c’è spazio per guardarsi intorno e l’offerta di strumenti digitali per la gestione delle attività non è sufficientemente innovativa da offrire una visione del proprio lavoro davvero diversa, in vista di un ruolo consulenziale. Dal canto nostro, cerchiamo di scuotere il mercato con Genya, un software dedicato ai professionisti che sta cambiando in concreto l’approccio della categoria alla vita e al progresso industriale italiano».

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INNOVARE LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ

Se sono gli adempimenti il grande impegno del professionista, come può cambiare questa situazione? «Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia si è impegnata nel cambiare radicalmente il paradigma lavorativo del settore» – afferma Angeleri. «In cinque anni, abbiamo riscritto completamente, partendo da zero, il software che ha generato la suite Genya. Si tratta di un progetto, un supporto digitale, che consente di automatizzare la gran parte del lavoro di routine con concetti molto vicini all’hi-tech del grande consumo. Non abbiamo più menu ma video esplicativi ed è la logica che guida l’operatore al posto di regole fisse e griglie. Genya consente, attraverso le sue dashboard, di tenere sotto controllo l’attività dello studio riuscendo anche a evidenziare la capacità reddituale. Dunque, è anche un gestionale di studio ma soprattutto, grazie alla generazione di dati, si pone come soluzione che può dare al commercialista l’opportunità di riappropriarsi del suo vero ruolo di consulente d’impresa».

AL FIANCO DELLE IMPRESE

Il professionista deve affiancare le PMI italiane, vera spina dorsale del nostro sistema produttivo, diventando davvero consulente. «Le piccole e medie imprese in molti casi – continua Angeleri – non possono concedersi la figura del CFO, quindi quel ruolo dev’essere assunto dal commercialista, che conosce bene i conti dell’azienda. Uno strumento come Genya consente analisi puntuali, automatiche, comparative per essere propositivo e vera guida all’imprenditore che non può basare lo sviluppo della società solo ed esclusivamente sul suo istinto o sulle volubilità del mercato».

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COMMERCIALISTA 2.0

L’evoluzione del ruolo del commercialista non è solo una prospettiva ma una realtà concreta che si sta affermando sempre di più. «Con il lavoro stiamo contribuendo a costruire il commercialista 2.0» – spiega Angeleri. «Lo sviluppo continuo è partecipato da chi usa i nostri software. In un mix di innovazione e di “learning by doing”. Un pool di esperti ci affianca e prova le innovazioni che nascono all’interno di Genya. Le testa, le discute, le migliora in senso di usabilità, di customer experience, di praticità. Oggi, il professionista deve puntare sulla mobilità, sull’agilità degli strumenti, sulla scomparsa della tastiera. Prendere atto di una mutazione di visione è essenziale. Un prodotto come Genya favorisce l’accoglimento di un cambiamento di prospettiva, grazie a un modo nuovo di realizzare le proprie competenze e di acquisire un valore più elevato per i propri clienti».