Perché Google ha chiuso Project Tango

Big G si concentrerà solo sulla piattaforma ARCore per lo sviluppo di app e giochi in realtà aumentata, così da unificare le forze per battere la rivale Apple e il suo ARKit

Lanciato nel 2014, Google ha ufficialmente chiuso Project Tango. La piattaforma, nelle intenzioni della compagnia destinata a unire le app e i giochi sviluppati in modalità AR e VR su computer e smartphone, sarà sostituita da ARCore, visto che quest’ultimo si sovrappone in diversi punti al software di tre anni fa. Realmente mai percepita come valore aggiunto, se non su dispositivi come il Phab 2 Pro di Lenovo, Project Tango prometteva di godere di alcune funzionalità davvero interessanti grazie all’utilizzo di un sensore di profondità aggiuntivo a bordo dei telefonini. Solo un paio però si erano aperti al supporto di Google, probabilmente con la convinzione che un maggior costo di produzione, causando un rialzo di quello di acquisto, non sarebbe stato avvertito come un reale vantaggio da parte dei consumatori. Meglio aspettare tecnologie migliori, in grado di beneficiare, praticamente a costo zero, delle innovazioni dell’hardware di nuova generazione.

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Cosa succede

ARCore risponde proprio a necessità del genere, come a sua volta fa l’ecosistema ARKit di Apple, che ha già fatto entrare milioni di iPhoner nel mondo della realtà aumentata in maniera semplice e veloce, senza orpelli e gadget esterni. “Il supporto a Project Tango terminerà ufficialmente il 1 marzo 2018 – ha spiegato l’azienda – grazie a tutta la comunità che ci ha permesso di crescere negli ultimi tre anni. Ci vediamo sulle strade di ARCore”. A differenza di Tango, il nuovo modulo è stato già integrato in parecchi software di vendor terzi, come il Galaxy S8 di Samsung e il Pixel 2 della stessa Google e nei prossimi mesi lo sarà sempre di più per i top di gamma in via di definizione, tra cui quelli di Huawei, LG e Sony.

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