Innovazione al femminile

CA Technologies ha invitato la stampa alla terza edizione del convegno “Innovazione al femminile”, dove sono stati presentati anche i risultati dello studio condotto da CA con Fondazione Sodalitas e Netconsulting cube

La cornice è quella accogliente e luminosa della nuova sede milanese di CA Technologies, nei pressi del Palazzo di Regione Lombardia. I partecipanti si sono confrontati con gli oratori del convegno, provenienti da CA Technologies, Sodalitas, Netconsulting e da varie altre realtà (Redooc, Agos, Università Cattolica di Lille), interessate all’evoluzione che darà alle donne un ruolo paritetico a quello degli uomini nella gestione delle imprese e dell’economia. Intitolato “Innovazione al femminile”, il convegno, giunto alla terza edizione, ha consentito di ragionare sui risultati emersi da uno studio di mercato realizzato da CA Technologies in collaborazione con Fondazione Sodalitas e Netconsulting cube attraverso interviste a 110 responsabili delle risorse umane e direttori dei sistemi informativi di aziende Italiane, nonché a 210 studenti di licei e istituti professionali; lo studio ha evidenziato l’esistenza di alcuni stereotipi che spiegano la disparità di presenza e trattamento tra donne e uomini nei ruoli dirigenziali.

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L’importanza delle discipline Stem

Tutto parte dalla scarsa importanza del comparto Stem, Science, technology, engineering & math, tra i giovani e dal dominio degli uomini sia a livello professionale che scolastico. In Europa (2014), infatti, solo Gran Bretagna e Francia hanno una percentuale di laureati Stem superiore al 2% (2,3%) tra i giovani di età comprese tra 20 e 29 anni. «In Italia, questa percentuale scende all’1,4% -, ha spiegato Rossella Macinante, Practice leader di Netconsulting cube -, di cui solo l’1,1% è donna», da confrontarsi con il comunque basso dato di 1,7% per Uk e 1,4% per la Francia. «Viviamo in un’epoca dominata dal Darwinismo digitale – ha commentato nella sua presentazione introduttiva Michele Lamartina, amministratore delegato e country manager di CA Technologies Italia -: solo le imprese che sapranno innovare sopravviveranno». Altri punti salienti dello studio riguardano la scarsa presenza di donne nei ruoli di comando legati all’innovazione all’interno delle aziende, legata alla mancanza di un numero adeguato di laureate in discipline tecnico-scientifiche (circostanza evidenziata dal 72% dei responsabili delle risorse umane intervistati). Un fatto particolarmente problematico, dal momento che le competenze più importanti per abilitare i processi di innovazione sono, secondo i CIO intervistati: apertura al cambiamento (64%), problem solving (59%), collaborazione/teamworking (55%) e pensiero laterale (50%), tutte qualità che sembrano più diffuse tra le donne che tra gli uomini. Molto spesso una cultura nazionale italiana improntata alla definizione dei ruoli uomo/donna racchiusi in schemi rigidi e statici spiega il perché siano ancora poche le donne che decidono di abbracciare una carriera nel mondo Stem. La dimostrazione viene, ancora una volta, dallo studio che ha evidenziato come, dei 210 studenti intervistati, solo il 38% abbia espresso il desiderio di proseguire gli studi in facoltà tecnico/scientifiche, e, di questi, contro un 53% di maschi, solo il 30% è stato di femmine. «CA Technologies si pone l’obiettivo di continuare, come già sta facendo – ha concluso Labate -, a ridurre il gap di genere e a contribuire alla formazione dei giovani per il bene di tutta la società».

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