La tecnologia è “solo” un fattore abilitante

Le tecnologie digitali hanno determinato tangibili cambiamenti epocali e ora stanno abilitando un’ulteriore fase di profondo cambiamento dei nostri sistemi socio-economici che sfocerà, non tanto in un succedersi di episodici ed eclatanti fenomeni di “disruption”, quanto nella creazione di un vero e proprio nuovo ecosistema socio-economico, alle cui mutate caratteristiche diventerà necessario sapersi adattare.

Diverse domande accompagnano questo processo.

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La prima è relativa al ruolo che in esso gioca la tecnologia. La tecnologia ha sempre rappresentato un fattore non eludibile del progresso. La rapida “rivoluzione digitale” non potrà che continuare a essere un fattore chiave nel processo di trasformazione in atto e la capacità di gestirla e dominarla nel contesto globalizzato sarà elemento strategico di chi riuscirà a esserne protagonista.

La seconda riguarda gli obiettivi perseguibili. Appare sempre più chiaro come le nuove tecnologie non si limitino solamente a rendere più efficienti i processi operativi in essere, o a rendere possibile la loro integrazione. I paradigmi del cloud e dell’edge computing, che offrono enormi potenzialità a costi molto contenuti, insieme alla disponibilità ubiqua di connessione, stanno rendendo possibili vere e proprie re-invenzioni dei modelli di business storicamente adottati. L’esempio immediatamente comprensibile è quello della servitizzazione dei prodotti, che viene applicata a svariati settori: dall’aereonautica, nel quale, invece di motori, vengono vendute ore di volo, all’automotive, dove non vengono vendute automobili, ma “mobilità”; altri esempi sono presenti in settori meno visibili, come quello delle stampanti 3D, delle macchine industriali o di cantiere. Questo implica una profonda conoscenza e padronanza dei propri processi distintivi quale premessa al pieno utilizzo del potere innovatore delle nuove tecnologie.

Una terza domanda emerge infine circa le modalità di padronanza di questo potere tecnologico. Nessuno può ragionevolmente ambire a essere autonomo in quanto a conoscenza e a controllo delle innumerevoli componenti delle tecnologie digitali. Rilevanza strategica assume la capacità di identificare e perseguire le partnership più coerenti sul piano tecnologico e di business con la propria tipologia di attività e le proprie capacità dimensionali e di globalizzazione.

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Venendo alle specificità italiane, vanno sottolineati la riconosciuta qualità distintiva di prodotto (il cosiddetto “Made in Italy”) e la frammentazione delle realtà imprenditoriali che ne rappresentano l’eccellenza. Da questo punto di vista, assumono rilevanza strategica la capacità di saper governare la componente digitale di prodotto – il cosiddetto aspetto cyber che diventerà l’asse portante di qualsiasi prodotto/servizio – e il necessario e inevitabile cambiamento dei modelli di business.

In risposta all’insieme di esigenze illustrate, si sviluppa la mission di Holonix. Nasce dall’eccellenza richiesta per la partecipazione a progetti di ricerca internazionali, dove approfondire la conoscenza degli aspetti cruciali circa l’innovazione tecnologica e metodologica in partnership con prestigiosi leader di vari settori, continua con la capacità di derivarne prodotti e soluzioni IoT fruibili anche da chi non ha accesso diretto alla ricerca più avanzata, e si completa nella disponibilità a supportare, su queste basi, le aziende italiane con interventi tailor-made nelle loro iniziative concrete di innovazione.

Jacopo Cassina CEO di Holonix