Perché Mozilla se la prende con Facebook

Perché Mozilla se la prende con Facebook

La Foundation critica la poca trasparenza del social network, invitando l’Unione Europea a prendere provvedimenti

La Mozilla Foundation è solo l’ultima azienda, in ordina temporale, a puntare il dito contro Facebook. No, non c’entrano strane, e magari sensate, divagazioni sociologiche ma un’evidenza tra tutte: la creatura di Mark Zuckerberg è tutto fuorché trasparente. E con il termine si vuole intendere quella necessità di spiegare, per bene, agli individui come e dove finiscono i dati condivisi e ottenuti online in maniera più o meno legittima. In una lettera all’Unione Europea, Denelle Dixon, COO di Mozilla, ha dunque sottolineato che la sua compagnia è sempre più scontenta di un particolare specifico del business di Facebook: le campagne politiche.

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“È giunta alla nostra attenzione la notizia che la piattaforma ha impedito a terzi di condurre analisi circa le pubblicità che ospita. Ciò influisce sulla nostra capacità di assicurare trasparenza ai cittadini in vista delle elezioni europee e impedisce a qualsiasi sviluppatore, ricercatore o organizzazione. di realizzare strumenti atti ad educare e responsabilizzare gli utenti nel comprendere e quindi resistere a campagne di disinformazione mirate”.

Cosa succede

Le elezioni per il consiglio europeo, a  cui potrebbero prender parte anche gli elettori britannici, si svolgeranno a maggio, e il rischio di un’infiltrazione social, come nel caso della Brexit e della corsa alla Casa Bianca del 2016, è concreto e per nulla debellato. Mozilla ha affermato che tutti dovrebbero avere accesso all’API del tool Ad Archive di Facebook, dove sono presenti le metriche per la diffusione e indicizzazione delle campagne, anche quelle politiche. Al momento, lo strumento è utile solo per selezionare partner sul sito, visto il diniego dell’azienda verso l’opportunità di analizzare progetti di terze parti, il che rende il problema trasparenza ancora più evidente.

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La lettera di Mozilla riconosce che Facebook ha già lavorato per contrastare le fake news e la propaganda, ma ha sottolineato, facendo appello alla Commissione europea, l’importanza di utilizzare il suo codice di condotta ance per garantire che i cittadini dell’UE ottengano un quadro chiaro di ciò che  viene veicolato sulla piazza virtuale più grande al mondo, prima e durante il ciclo elettorale. La nota arriva alla fine di un’altra settimana negativa per Mr. Zuck, con la più recente questione delle rivelazioni sul progetto con cui il sito avremmo riconosciuto una quota mensile versata a giovani iscritti per accedere a varie informazioni sullo smartphone. Insomma, la parola “privacy” non da tutti vieni intesa allo stesso modo.