Apple, la gallina dalle mele d’oro

La corsa di Apple non si ferma. In questi giorni l’azienda ha infranto una nuova barriera, superando i 600 miliardi di dollari di capitalizzazione

Sono cifre da capogiro, basti pensare che l’attuale valore di Apple corrisponde a più del doppio della capitalizzazione dell’indice Ftse Mib, vale a dire che le prime e più importanti 40 aziende italiane di Piazza Affari valgono meno della metà di Apple. Una vera macchina da soldi. Solo sei settimane fa l’azienda aveva raggiunto i 500 miliardi. In meno di due mesi il mercato ha portato in dote a Apple 100 miliardi di dollari. Una corsa che, secondo alcuni analisti, non si fermerà. C’è chi ipotizza che il valore dell’azione, oggi valutato più di 600 dollari, possa in un prossimo futuro traguardare i mille dollari che, tradotto in termini di valore complessivo, proietterebbe l’azienda verso i mille miliardi di capitalizzazione.

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Alla morte di Steve Jobs, avvenuta il 5 ottobre 2011, il valore dell’azione era di 378 dollari. Da allora l’aumento registrato è stato del 70%. Da fine 2008 a oggi il valore di Apple è moltiplicato per 6. Chi ha dato credito alla visione di Steve Jobs, e ha creduto nelle potenzialità di sviluppo del mercato delle nuove tecnologie smartphone e tablet, è stato premiato oltre l’immaginabile. Se nel 2008 aveste puntato su Apple 1.000 dollari, oggi ve ne ritrovereste in tasca 6.000. Nello stesso periodo il fatturato (l’anno fiscale di Apple termina il 30 settembre) è passato da 32 a 108 miliardi e il primo trimestre fiscale di quest’anno, terminato il 31 dicembre si è chiuso a 46 miliardi contro i 26 dell’analogo trimestre 2010. Dinamica di fatturato che si è accompagnata con un altrettanto positiva crescita degli utili, questi ultimi quadruplicati negli ultimi 4 anni. Cifre che indicano come Apple sia riuscita a mettere a punto un meccanismo ulta efficiente di sostenibilità economica.

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Ma il timore di alcuni è che la crescita stratosferica avvenuta in quest’ultimo periodo sia il risultato della strategia di innovazione messa a punto da Jobs, un’onda lunga che gode di tutti i presupposti perché possa ancora estendersi, ma che potrebbe perdere energia e progressivamente esaurirsi. Il competitor numero uno, Android, primogenito della telefonia mobile di Google, ha superato per volume le vendite dell’iPhone e, per quanto promettenti possano essere le performance di vendita di smartphone e tablet Apple, se non si metterà in moto un meccanismo di innovazione di uguale portata rispetto a quello messo a segno dal suo fondatore, il futuro di Apple potrebbe non essere più così brillante come quello ottenuto negli ultimi mesi.