Egosurfing: cosa dice il web di te?

Il 64% degli uomini statunitensi ha cercato il suo nome sui motori di ricerca

La reputazione online è diventata una priorità. Molti naviganti della Rete, soprattutto in ottica lavorativa, controllano cosa dice di loro il web. In California è passata addirittura una legge che impone la cancellazione di contenuti ritenuti imbarazzanti su richiesta dell’utente. Il fenomeno ha raggiunto cifre davvero importanti, tanto da ottenere un proprio nome: egosurfing.

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Cosa dice la Rete di te?

Una ricerca del Pew research Center afferma che nel 2012 il 56% dell’intera popolazione statunitense ha cercato il proprio nome su Google (+22% rispetto al 2001). “La gestione della reputazione online è diventata un importante affare sociale e professionale”, ha affermato Mary Madden, autrice della ricerca. Oggi i recruiter spesso fanno affidamento su quello che trovano in Rete per valutare un candidato e quindi bisogna stare molto attenti a ciò che si scrive sul web, in particolare sui social network.

A fare egosurfing sono soprattutto uomini (58%) con un’età compresa fra i 18 e i 56 anni (64%). Per la maggior parte i narcisisti del web sono laureati (68%) e diplomati (43%) Inoltre, con il passare del tempo il desiderio di informazioni si sposta verso i figli e su quello che fanno in Rete. 

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