I Parchi d’Italia sono una risorsa per l’economia e la biodiversità

Nelle zone protette del Paese vivono 56mila specie diverse di fauna. Oltre a tutelare l’ambiente questi territori possono diventare una fonte di guadagno importante

A conferma del fatto che in Italia funzionano le iniziative a tutela della biodiversità, promosse anche attraverso il nuovo sito del Ministero dell’Ambiente, il nostro Paese si piazza al primo posto in Europa per numero di specie diverse nei propri Parchi naturali.

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56mila specie diverse

Lo studio ministeriale “Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale” ha calcolato che nelle zone protette della Penisola, che ricoprono il 4,8% del territorio, ci sono 56mila specie di animali diverse di cui 118 sono mammiferi. I nostri Parchi offrono 124 ambienti diversi: foreste (36%), rocce e grotte (18%), torbiere e paludi (28%), fiumi e laghi (7,1%). All’interno di queste zone vivono il 21% della flora e il 67% della fauna, composta per il 98% da insetti e invertebrati, sotto tutela ambientale.

“Viene applicata ai parchi italiani una metodologia per la tutela delle risorse nel calcolo del Pil: quello che si vuole in Europa è misurare l’economia anche in base all’uso delle risorse naturali ed energetiche, la contabilità ambientale, che è un pezzo del lavoro in corso in Europa ma anche all’Ocse, diventa un valore, l’economia degli ecosistemi”, ha spiegato il ministro Corrado Clini.

Una risorsa per il Paese

I Parchi non servono solo a tutelare l’ambiente e la sua diversità ma possono diventare anche una risorsa economica importante. Il 3,2% dell’intera ricchezza del Paese è generato dalle zone protette. Oltre al turismo che produce il 5,9% dell’intero valore aggiunto del settore anche l’agricoltura ne beneficia contribuendo con un 6,5% di valore aggiunto. “L’emergenza dei cambiamenti climatici richiede di rafforzare ed estendere la ‘resilienza’ dei sistemi naturali. E perché la crisi economica ci impone di adottare nuovi modelli basati sulla conservazione e valorizzazione efficiente delle risorse naturali, che sono il nostro ‘petrolio’”, ha concluso Clini.

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