Intervista a Erica Mou: tra Wikipedia e i 45 giri

La freschezza è la caratteristica, musicale e non, di Erica Mou: la si percepisce immediatamante ancora una volta, ascoltando il suo ultimo disco Contro le onde. Compagno di avventura per questo nuovo album è Boosta, attivissimo componente dei Subsonica

«Il futuro della discografia: un po’ come tornare al vecchio 45 giri»

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Erica Mou confessa, con la sincerità che le è propria, di aver tirato fuori un’anima più rock e ironica nelle nuove canzoni di Contro le onde, grazie a Boosta che ha collaborato con lei. Ammette anche essere affascinata da internet, e pensa che a volte i tempi della discografia siano un po’ lunghi… tanto che probabilmente si tornerà al vecchio concetto di 45 giri.

Data Manager: Quali sono i temi attorno cui ruota Contro le onde e quali gli spunti creativi?

Tutto il disco ruota intorno al concetto di uscire da un empasse, da uno stallo fisico o mentale, di essere più presenti nelle cose della vita, di sfidarle. Molti brani quindi parlano di viaggio e del superare degli ostacoli, tra cui il mare: compagno di viaggio ma anche sfida da affrontare.

La collaborazione con Boosta in che modo ha arricchito la tua musica? Si nota quanto sia diverso questo disco dai precedenti…

Lavorare con Boosta ha sicuramente allargato i miei orizzonti, mi ha spinto a cantare ancora con più cuore, con meno paure, e a sperimentare armonie nuove anche durante la composizione. A liberare quella parte di me più rock e ironica, che mi appartiene nella vita ma che non riuscivo a tradurre del tutto in musica.

Wikipedia descrive il tuo genere come ‘folktronica’: sei d’accordo?

Hm… non saprei proprio che dire! Non sono io la persona adatta per definire la mia stessa musica e poi… la verità? Non so neanche cosa voglia dire ‘folktronica’! I nomi dei generi sono così assurdi!

Hai un sito, sei su Twitter, Facebook, Google +, usi anche Spotify per condividere e tue playlist preferite: come vedi la comunicazione cantante-pubblico oggi sul web?

E’ bello poter comunicare con gli altri in maniera così semplice, aggiornare il pubblico che ti segue sui tuoi appuntamenti e le attività. Io cerco di usare i social nella maniera più trasparente e sincera possibile ma ovviamente sono uno strumento molto più artefatto di quello che crediamo…

Quali sono i lati negativi di questo tipo di interazioni?

Il vero lato negativo è che l’eccessivo uso del web può diventare una droga. Spesso mi rendo conto di ‘perderci’ troppo tempo; sottraggo molti sforzi alla musica, nel senso più letterale.

Enrico Ruggeri ha recentemente detto che probabilmente non farà più album ma canzoni da rilasciare su internet un po’ alla volta, per aggregarle successivamente in un cd: credi che il futuro della musica sarà sempre più questo?

Penso di sì; è un po’ come tornare al vecchio 45 giri! A volte i tempi della discografia sono così lunghi che possono far perdere l’entusiasmo dell’artista o l’essenza di un singola canzone, che altrimenti sarebbe molto più in luce. Comunque realizzare un disco inteso come un lavoro organico, un’opera d’arte nella sua integrità, resta sempre un obiettivo ambizioso da perseguire.

Stai già pensando ai live? Qualche anticipazione?

Il 31 maggio al teatro Forma di Bari c’è stata l’Anteprima del nuovo tour. E’ stata una serata fantastica e non vedo l’ora di cominciare con i concerti (il primo sarà il 20 giugno a Firenze). E’ uno spettacolo nuovo per me, in cui abbiamo cercato di miscelare energia (a tratti è uno spettacolo molto rock) con intensità, ma non mancano momenti più acustici. Accanto a me sul palco ci sono per la prima volta quattro incredibili musicisti: Alfonso Santimone (tastiere), Francesco Diodati (chitarra), Andrea Lombardini (basso) e Phil Mer (batteria).

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