Il Galaxy S10 dice addio allo scanner dell’iride

Il Galaxy S10 dice addio allo scanner dell’iride
Il Galaxy S10 potrebbe abbandonare l’idea del lettore dell’iride per abbracciare una tecnologia più completa e sicura

Il prossimo smartphone di Samsung potrebbe abbandonare l’idea del lettore dell’iride per abbracciare una tecnologia più completa e sicura

Sebbene il 2018 debba ancora terminare, l’interesse dei cultori hi-tech, lato mobile, sono già al prossimo febbraio. Dopo il CES di Las Vegas e in occasione del Mobile World Congress di Barcellona, Samsung dovrebbe presentare il nuovo Galaxy S10, come racconta la numerazione stessa, decima iterazione del telefonino della serie “S”. Un compleanno che la coreana vuole ricordare, producendo un dispositivo che rinnovi forme e contenuti attuali e più votato al futuro. Il Galaxy S10 potrebbe infatti avere una fotocamera da 48 Megapixel, sarà anche in 5G e dovrebbe essere lanciato in tre differenti versioni.

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Stando ad una recente indiscrezione, la multinazionale avrebbe accolto l’idea di eliminare dal flagship 2019 lo scanner dell’iride. Il sito sudcoreano ETNews (segnalato anche da SamMobile) suggerisce che la compagnia non includerà la lettura del particolare dell’occhio sul Galaxy S10, al posto del quale vi sarà un più consono sensore di impronte in-display, unico metodo di sicurezza biometrica.

Perché lo fai

Tuttavia, nonostante lo scanner dell’iride potrebbe avere i giorni contati, con molta probabilità resterà attiva l’opzione di riconoscimento facciale, veicolata dalla fotocamera anteriore dello smartphone. Al momento, si ipotizzano tre versioni del Galaxy S10: una economica con tasto per le impronte digitali e due con tecnologia in-display. Se è improbabile che la società manterrà lo scanner dell’iride per l’edizione più economica, sui top di gamma dovrebbe esservi un’ottica frontale integrata nello schermo, per fare a meno della tacca della concorrenza.

Questo sarebbe il motivo principale dell’assenza del lettore dell’iride, che incontrerebbe più di una difficoltà nel funzionare sotto il vetro. Un’innovazione, introdotta con lo sfortunato Galaxy Note7, che è stata presto superata da tecniche maggiormente versatili e probabilmente più sicure.

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