Wi-Fi spento a Borgofranco: “Pericoloso per la salute”

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Il sindaco del borgo si oppone alle onde radio emesse da modem e router: “Serve precauzione, ho letto sul web che sono pericolose”

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Il Wi-Fi, ancora oggi, suscita dubbi e perplessità sia in ambito pubblico che privato. Quanto fa male tenere accesi apparecchi di comunicazione a qualsiasi ora del giorno e della notte? E, peggio, cosa può succedere ai cittadini rinchiusi in questa sorta di “gabbia” invisibile, fatta di onde elettromagnetiche? Livio Tola, sindaco di Borgofranco, in provincia di Ivrea, è convinto che prima o poi pagheremo le conseguenze di questo eccesso di iper-connettività, non tanto a livello sociale ma di salute.

La storia

Secondo quanto riportato dai media nazionali, il primo cittadino avrebbe adottato un principio di “precauzione” nei confronti dei suoi elettori (e non), preoccupandosi dell’incolumità fisica dei loro bambini, spegnendo così il segnale wireless all’interno delle scuole elementari e medie di Borgofranco. La conseguenza non è stato un blackout didattico nei confronti della rete ma solo il ritorno al tanto odiato sistema cablato. “Non siamo contrari alla tecnologia – ha detto Tola a La Stampa – la nostra è una scelta basata sul principio di precauzione. Ad oggi non siamo in grado di dire con certezza se le onde elettromagnetiche siano dannose oppure no, abbiamo letto molte cose in proposito sul web e sappiamo che alcuni Comuni hanno già adottato questo provvedimento. Chissà che, fra 20 anni, qualcuno non ci ringrazi”. L’evidenza scientifica è però un’altra: un singolo router Wi-Fi produce una potenza media di 40 milliwatt mentre uno smartphone comune può arrivare a 300. Spegnere i cellulari a lezione, questa sarebbe una buona idea.

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