L’11 giugno la net neutrality negli USA sarà solo un ricordo

La Federal Communications Commission annuncia l’entrata in vigore della norma che riporta le cose pre-2015

Dopo il voto di dicembre 2017, l’abrogazione della net neutrality procede spedita negli Stati Uniti. La Federal Communications Commission, che regola il traffico delle telecomunicazioni nel paese, ha annunciato per bocca del presidente Ajit Pai che l’11 luglio il Restoring Internet Freedom Order entrerà ad effetto. Per questo, le telco e i fornitori di servizi hanno meno di un mese per adattarsi alla normativa, che prevede anche un cambio circa la trasparenza; in peggio secondo alcuni (i democratici), in meglio per altri (i repubblicani).

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Nel 2015 Barack Obama aveva varato il cambio di posizione del collegamento alla rete facendolo rientrare nel Title II del Communications Act, in cui vige un controllo più rigido sulle modalità commerciali intraprese dalle aziende interessate. Per quale motivo? Nel Title suddetto ci sono servizi di accesso primario, come il gas e l’elettricità, la cui fornitura deve essere garantita in maniera paritaria.

Cosa cambia

Con il voto di fine anno scorso invece, il web ricade nel Title I, notoriamente meno monitorato dagli organi addetti per quanto riguarda le operazioni commerciali volute dalle compagnie. In questo modo, secondo i repubblicani, si facilita l’innovazione (con un riferimento implicito al 5G), permettendo a chi ha più soldi di sperimentare nuove soluzioni, così da non essere bloccati dalle zavorre del mercato.

Dal canto loro gli oppositori parlano della fine di un internet libero e l’avvento di quella doppia corsia che in tanti paventano. Sarà effettivamente così? Nessuno può dirlo al giorno d’oggi però è ovvio che, in assenza di chiari paletti delimitatori, prima o poi si verranno a creare offerte specifiche che intendono l’accesso come qualcosa da poter contestualizzare, dividere in pacchetti e porzionare, distinguendo la connessione sui social da quella per le email, controllo del cloud o del p2p. Un paradiso per telco e produttori di contenuti.

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