L’Ue liberalizza gli OGM, Greenpeace e Slow Food non ci stanno

L’Ue permetterà ai Paesi membri di decidere da sé sugli OGM. Greenpeace e Slowfood ritengono che la nuova proposta darà potere all’aziende biotech e sfavorirà le nazioni contrarie alle conltivazioni modificate

Pochi mesi dopo la campagna nazionale #ItaliaNOogm, organizzata da Legambiente e altre associazioni a difesa della natura, il Consiglio Ambiente Ue riunito in Lussemburgo ha deciso di lasciare ai governi nazionali la libertà di decidere se vietare, in modo parziale o completamente, la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio. La proposta diverrà operativa comunque solo dopo il responso positivo del Parlamento europeo. Il provvedimento ha incontrato le ostilità di Greenpeace, che continua la sua campagna in difesa delle api, e SlowFood che lo ritengono “una trappola” per le nazioni che non vogliono gli OGM.

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Greenpeace e SlowFood: “Il nuovo testo è una trappola, darà potere alle aziende biotech”

Le due associazioni ritengono che “il testo presentato dalla Grecia dà poche garanzie di reggere in sede legale. Quei Paesi, come l’Italia, che vogliono dire no agli OGM sarebbero esposti alle ritorsioni legali del settore biotech”. Greenpeace e SlowFood sono inoltre preoccupate che il documento dia “alle aziende biotech un ruolo formale nel processo di messa al bando della coltivazione di OGM” e impedisca “agli Stati membri di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l’ambiente derivanti da colture OGM per limitarne la coltivazione a livello nazionale”.

Le due associazioni quindi chiedono ai parlamentari europei di rendere più robusti i vincoli nella norma della “ri-nazionalizzazione” in particolare durante il semestre europeo presieduto dall’Italia, definito “un’occasione per affermare un ruolo da protagonista del nostro Paese per salvaguardare agricoltura, ambiente ed economia italiana dai pericoli degli OGM”.

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Il ministro dell’Ambiente Galletti: “E’ un buon compromesso”

Anche il ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, si era stamattina schierato fra quelli che non vogliono coltivazioni modificate nel nostro Paese. “A Lussemburgo per consiglio dell’ambiente Ue, ribadisco no Italia a OGM. Partita da vincere, come quelle di Brasil2014”, aveva twittato il ministro prima dell’incontro a Lussemburgo.

In seguito Galletti ha ammorbidito i toni sottolineando che l’accordo è un “buon compromesso”. “Molti Paesi – ha spiegato il ministro – volevano una soluzione meno stringente, altri ne volevano una più stringente, come ad esempio l’Italia. Credo però che il senso di responsabilità e la voglia di venire fuori da una situazione confusa abbia indotto tutti a trovare una sintesi in questo documento”.