Spotify tende la mano agli artisti indie: potranno caricare da soli i brani

spotify tende la mano agli artisti indie
Gli artisti indipendenti potranno caricare da soli le canzoni su Spotify

Spotify permette agli artisti senza contratto con una major di caricare in autonomia i propri brani a costo zero e gli riconosce il 50% dei ricavi derivanti dall’ascolto online

Spotify domina incontrastato nel settore dello streaming musicale anche se Apple Music sta progressivamente guadagnando il suo spazio. Negli Stati Uniti, infatti, è la piattaforma di Cupertino ad avere un maggior numero di utenti. L’azienda svedese dall’alto dei suoi 60 milioni di abbonati non sembra particolarmente preoccupata della situazione e continua a rendere più fruibile il suo servizio non solo per chi ascolta ma anche per chi fa musica. Da oggi gli artisti indipendenti potranno caricare da soli i propri brani senza intermediari. Fino a questo momento i cantautori di nicchia e senza contratto con un’etichetta, per questa operazione dovevano affidarsi a software come Tunecore, a cui devono però corrispondere una quota per ogni upload.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La nuova funzione è attualmente in fase di test negli Stati Uniti per un limitato numero di artisti ed etichette indie. Questi potranno caricare liberamente i propri brani su Spotify senza alcun costo ma non saranno immediatamente disponibili come avviene su Soundcloud. In questo modo il colosso dello streaming avrà modo di verificare che il materiale non si già stato caricato da altri o che violi il copyright. E’ meglio evitare di ripetere errori come nel caso della discografia di Battisti. Gli artisti potranno inoltre guadagnare bene dalla novità introdotta da Spotify. L’azienda infatti gli riconosce il 50% dei ricavi dalla riproduzione dei brani e tutti quelli derivanti dallo sfruttamento del materiale coperto da diritto d’autore da parte di terzi. The Verge sottolinea che si tratta di un contratto vantaggioso in quanto le percentuali sono simili a quelle previste dagli accordi con le grandi etichette come Universal Music (52-55%).

Leggi anche:  Maria De Lillo fra i “Ritratti di donne straordinarie”