Anche il Pentagono protagonista della cyber guerra Cina-USA

Il nuovo rapporto del Dipartimento della Difesa USA sottolinea come la Cina sia la minaccia principale alla sicurezza informatica del Paese

Il clima di distensione fra Cina e Stati Uniti in materia di cyber-spionaggio è già concluso. Il Dipartimento della Difesa USA, che ha scelto Android e BlackBerry come suoi software ufficiali, ha redatto il rapporto “Military and Security Developments Involving the People’s Republic of China 2013” in cui si sottolinea come il Paese orientale sia ancora una grave minaccia per la sicurezza dei sistemi informatici statunitensi.

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USA vs Cina: venti di cyberguerra

“Le forze armate cinesi continuano a studiare il ruolo delle operazioni militari nel cyberspazio come strumento della guerra moderna. Inoltre, nel 2012, molti computer in tutto il mondo, compresi quelli del governo statunitense, sono stati ripetutamente oggetto di violazioni, alcune delle quali sarebbero da attribuire direttamente all’esecutivo di Pechino e a organizzazioni militari” ha dichiarato David Helvey, vice segretario alla Difesa. Nel documento si sottolinea come la Cina stia studiando nuove tecnologie di spionaggio per studiare l’apparato bellico e avere anticipazioni sulla linea politica del Governo.

Già precedenti rapporti redatti da altre istituzioni avevano sottolineato come Pechino utilizzasse gli hacker in modo aggressivo e addirittura avesse costiuito un team di pirati all’interno dell’Esercito. Recentemente è stato attaccato il sistema della US Army Cops of Engineers National Inventory of Dams mentre la NASA è preda degli hacker cinesi da 2 anni. Da parte sua la Cina ha sempre affermato la sua estraneità nei confronti di queste violazione e anzi accusa Washington di aver avviato una campagna diffamatoria per coprire la sua rete di cyber-spionaggio il cui bersaglio preferito sarebbe proprio la Cina. 

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Le contromisure

Per proteggersi dalla minaccia cinese l’amministrazione Obama ha ridotto l’importazione di prodotti tecnologici da Pechino per evitare infiltrazioni e ha aumentato da 900 a 4.900 i dipendenti del Cyber Command, centro che coordina l’attività delle Difesa sul web. L’organizzazione ora non ha solo il compito di prevenire le minacce ma anche di andare a scovare direttamente gli hacker. Inoltre, sono state inviate lamentale formali all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) e sono stati limitati i movimenti al personale diplomatico e ai lavoratori stranieri che hanno accesso ai punti chiave della Rete americana.

Colpite anche la aziende

Nel mirino degli hacker cinesi non ci sono solo gli apparati governativi ma anche le aziende, tanto che il CEO di Google Eric Schmidt ha definito la Cina “sleale e nemica di un Internet libero”. In ordine di tempo sono stati violati sistemi di: New Jork Times, Wall Street Journal, Apple, Facebook e Microsoft.