Riaperte le ostilità nella cyberguerra fra USA e Cina

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Dopo le accuse di spionaggio da parte di Washington, la Cina ha messo sotto controllo alcune aziende USA che operano nel Paese come Microsoft, Cisco e IBM

Dopo un periodo di distensione riprende vigore la cyberguerra fra Stati Uniti e Cina. Un tribunale statunitense sta giudicando le accuse di spionaggio imputate a cinque militari del colosso asiatico, che presto diverrà la prima economia al mondo. Pechino non è ovviamente stata a guardare e ha risposto alle accuse affermando che in realtà sono gli USA a spiare le sue reti informatiche. Oltre alle parole la Cina è anche passata ai fatti mettendo sotto controllo alcune grandi aziende americane che operano nel Paese.

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La Cina diffida della tecnologia USA

Un istituto di ricerca cinese ha confermato l’attività di spionaggio portata avanti dalla NSA, che pare si sia introdotta nei sistemi di Huawei per avere informazioni sugli hacker dell’esercito cinese. Pechino ha quindi messo sotto osservazione tutte le tecnologie Made in USA, che si ritiene siano state il veicolo per violare i sistemi informatici nazionali. Il Partito ha quindi bandito Windows 8 da tutti i PC governativi e ha fatto pressione sulle banche affinché utilizzino server nazionali al posto di quelli di IBM. Infine, Pechino sta valutando la posizione di Cisco e di altre aziende statunitensi.

Gli Stati Uniti non hanno problemi solo con la Cina. Dopo l’embargo tecnologico imposto da Washington alla Russia a causa dell’annessione della Crimea, anche Mosca ha preparato una serie di ritorsioni che riguardano sopprattutto lo spazio. La Duma ha proposto di impedire agli USA l’utilizzo dei vettori russi Soyuz per il posizionamento di satelliti militari e ha posto il veto sul prolugamento delle attività sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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