La Scuola contro i copioni: rilevatori di smartphone alla maturità

L’associazione dei presidi italiani ha chiesto al ministero dell’Istruzione di dotare gli istituti che ospitano l’esame di maturità di rivelatori di smartphone. Inoltre, si richiede che sia fermata l’attività dei siti che offrono le soluzioni alle prove

La Scuola dichiara guerra ai copioni. Dopo aver introdotto versioni diverse e osservatori esterni durante la prova Invalsi, l’associazione dei presidi italiani (ANP) ha chiesto al neo ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza di dotare gli istituti che ospitano gli esami di maturità di rilevatori di smartphone. Il consueto ritiro del cellulare infatti non basta più visto che i maturandi, che non dovranno sostenere la prova Invalsi prima del 2015, trovano modi sempre più fantasiosi e tecnologici per barare. Secondo l’ANP, basterebbe un dispositivo per istituto e la spesa totale non dovrebbe superare i 300mila euro.

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Basta premiare i più furbi e non i meritevoli

“Ministro, bastano pochi soldi, bisogna installare rilevatori elettronici di smartphone nelle sedi d’esami”, scrive in una lettera al ministero il professor Giorgio Rembado, presidente di ANP. “È forse giusto che prove sempre più importanti per l’accesso all’università vengano adulterate?”. Il voto di maturità avrà infatti sempre maggior peso, dato che garantirà un bonus agli esami di ammissione alle università a numero chiuso se superiore a 80. La problematica maggiore sono i siti che mettono online le soluzioni dell’esame a poche ore dall’inizio della prova agendo “indisturbati malgrado svolgano un’attività palesemente illegale”, come ha sottolineato Rembado. Per fermare l’attività di questi portali, l’ANP ha chiesto maggiori controlli da parte della polizia postale e una legge ad hoc da parte del ministero. “Una malintesa comprensione nei confronti degli studenti ha indotto alcuni a tollerare e a giustificare indebiti aiuti”, ha concluso Rembado.

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