Anche gli smartphone non sono al sicuro dalla NSA

Nuovi documenti di Edward Snowden affermano che la NSA è in grado di entrare in qualsiasi smartphone e di accedere a dati sensibili

Nessuno è al sicuro dall’occhio vigile della NSA. Nuovi documenti rilasciati dalla talpa dello scandalo Datagate Edward Snowden confermano che la National Security Agency e la sua controparte britannica Government Communications Head Quarter (GCHQ) sono in grado di superare qualsiasi sistema di crittografia compreso quello utilizzato sugli smartphone.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nessuno smartphone è al sicuro

Nei documenti pubblicati dal New York Times e dal The Guardian, il cui sito è bloccato per i militari statunitensi, rivelano che la NSA è in grado di penetrare in qualunque smartphone compresi BlackBerry, iPhone e device Android. La cosa curiosa è che tutti questi dispositivi sono normalmente utilizzati anche dai dipendenti del Dipartimento della Difesa USA perché ritenuti i più sicuri. La NSA è quindi in grado di accedere ai dati sensibili dell’utente come: rubrica, SMS, informazioni di localizzazione ed e-mail.

Le aziende corrono ai ripari

Alla luce di queste ulteriori informazioni le grandi aziende del web, che vedono la loro reputazione in materia di sicurezza venire meno, stanno prendendo seri provvedimenti. Google, di cui l’NSA ha premiato un dipendente, sta studiando nuovi sistemi di crittografia mentre Yahoo!, che ha recentemente cambiato logo, ha pubblicato per la prima volta le richieste di informazioni da parte del Governo USA e di altri 16 Paesi.

Il Governo dipende la NSA

Intanto l’amministrazione Obama continua a difendere l’operato della NSA. Il direttore dell’Intelligence James Clapper ha affermato che il compito della sua agenzia è proprio quello di superare le difese informatiche di terroristi e cyber criminali e che tutte queste rivelazioni dei media sulle attività del Governo non fanno che fornire “una roadmap ai nostri avversari sulle tecniche usate per intercettare le loro comunicazioni”.

Leggi anche:  Capgemini coordinerà il progetto Next Generation IoT per la Commissione europea